Nuova Riveduta:

Genesi 48:7

Quanto a me, mentre tornavo da Paddan, Rachele mi morì nel paese di Canaan, durante il viaggio, a qualche distanza da Efrata; e la seppellii in quel luogo, sulla via di Efrata, che è Betlemme».

C.E.I.:

Genesi 48:7

Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, Rachele, tua madre, mi morì nel paese di Canaan durante il viaggio, quando mancava un tratto di cammino per arrivare a Efrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di Efrata, cioè Betlemme».

Nuova Diodati:

Genesi 48:7

Quanto a me, mentre tornavo da Paddan, Rachele morì vicino a me durante il viaggio, nel paese di Canaan, a breve distanza da Efrata; e l'ho sepolta là, sulla via di Efrata, che è Betlemme».

Riveduta 2020:

Genesi 48:7

Quanto a me, quando tornavo da Paddan, Rachele morì, nel paese di Canaan, durante il viaggio, a qualche distanza da Efrata; e la seppellii lì, sulla via di Efrata, che è Betlemme.

La Parola è Vita:

Genesi 48:7

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 48:7

Quanto a me, allorché tornavo da Paddan, Rachele morì presso di me, nel paese di Canaan, durante il viaggio, a qualche distanza da Efrata; e la seppellii quivi, sulla via di Efrata, che è Bethlehem'.

Ricciotti:

Genesi 48:7

Quando infatti io venivo dalla Mesopotamia, nel viaggio mi morì Rachele nella terra di Canaan; era di primavera, e stavo per entrare in Efrata; e la seppellii presso la via di Efrata (detta con altro nome Betleem)».

Tintori:

Genesi 48:7

Rachele mi morì nella terra di Canaan, quando io tornavo dalla Mesopotamia, nel viaggio stesso: era primavera, io stavo per entrare in Efrata, e la seppellii presso la strada di Efrata, che con altro nome è detta Betlemme»,

Martini:

Genesi 48:7

Imperocché quando io veniva dalla Mesopotamia, mi morì Rachele nella terra di Chanaan nello stesso viaggio, ed era tempo di primavera, stando io per entrare in Ephrata, e la seppellii presso la strada di Ephrata, che con altro nome è detta Bethlehem.

Diodati:

Genesi 48:7

Or, quant'è a me, quando io veniva di Paddan, Rachele morì appresso di me nel paese di Canaan, per cammino, alquanto spazio lungi di Efrata; e io la seppellii quivi nel cammino di Efrata, ch'è Betlehem.

Commentario abbreviato:

Genesi 48:7

Capitolo 48

Giuseppe visita suo padre morente Gen 48:1-7

Giacobbe benedice i figli di Giuseppe Gen 48:8-22

Versetti 1-7

Il letto di morte dei credenti, laddove essi pregano e danno esempi di saggezza, lasciano ottime impressioni anche ai giovani, agli spensierati e ai prosperosi: pure i piccoli in tali occasioni possono trarne benefici. Voglia il Signore che possiamo portare la nostra testimonianza di moribondi alla sua verità, alla sua fedeltà per far vedere quanto sono piacevoli le sue vie. E chi ci ascolta desidererà vivere così per dare peso e sostanza alle nostre esortazioni sul letto di morte. Tutti i veri credenti sono benedetti alla loro morte, ma non tutti muoiono con le stesse consolazioni spirituali. Giacobbe adottò i due figli di Giuseppe, affinché non succedessero al loro padre, alla sua potenza e alla sua grandiosità in Egitto, ma permise loro di entrare nell'eredità della promessa fatta ad Abraamo. Il vecchio patriarca morente insegna in tal modo a questi giovani a condividere l'eredità con il popolo di Dio. Egli sceglie ognuno di loro per essere capo di una tribù. Meritano doppio onore coloro che, mediante la grazia di Dio, rifiutano le tentazioni delle ricchezze terrene e del successo per abbracciare la fede nella sofferenza e in povertà. Giacobbe vuole far sapere ad Efraim e Manasse che è meglio essere gli ultimi in chiesa che altolocati ma fuori da essa.

Riferimenti incrociati:

Genesi 48:7

Ge 25:20
Ge 35:9,16-19; 1Sa 10:2; Mat 2:18
Ru 1:2; 1Sa 1:1; 17:12; Mic 5:2

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